Marco Rapelli
2007-09-09 15:19:24 UTC
Breve cronaca di tre concerti.
L'1 settembre ho assistito ad un concerto di Angelo Branduardi in quel di
Orte (VT). Sono ormai sette anni che il bravo "menestrello" lombardo porta
in giro "L'infinitamente piccolo", o attraverso lo spettacolo della "Lauda"
(con la presenza di attori e ballerini) o semplicemente con un concerto
(come nel caso di Orte), nonostante il fatto che qualche anno fa sia uscito
un bellissimo suo nuovo disco di canzoni d'amore (Altro e altrove), seguito
da un brevissimo tour, per riprendere subito con i concerti e gli spettacoli
su san Francesco. Dunque, bisogna riconoscerlo, sono anni che Branduardi
ripete un pò sempre il medesimo concerto. Ma con questa particolarità non da
poco. Ogni volta è sempre un concerto "nuovo". Sebbene la prima parte dei
concerti sia sempre dedicata ai brani su san Francesco, la seconda parte è
sempre diversa. Ogni volta, cioè, Branduardi propone diversi brani "vecchi"
tratti dal suo sterminato repertorio, e li varia ad ogni concerto, con
arrangiamenti sempre diversi. Inutile sottolineare la straordinaria bravura
di questo musicista, che non stecca mai una nota o un attacco e che suona
magistralmente numerosi strumenti, oltre al violino. Utile è sottolineare
invece l'entusiasmo con il quale intrattiene il pubblico per più di due ore,
senza sosta, senza smettere di parlare, di cantare, di suonare, da solo o
con la band (che sia al completo o no), tenuto conto che praticamente sono
sette anni che è sempre in tour, in Italia e in Europa, senza sosta. Ad
Orte, per esempio, ad un certo punto, dopo varie dissertazioni sul perchè il
violino è passato alla storia come lo strumento del diavolo, ha detto: "Se
vi va di ascoltarmi, adesso ho voglia di suonare un pò il violino", ed ha
iniziato uno splendido assolo conclusosi con "Alla fiera dell'Est"
(divertentissimo quello che ha detto alla fine: "Oramai questa canzone è
talmente un tormentone, visto che la si impara dall'asilo, che poi non c'è
da stupirsi se i bambini, diventati grandi, ascoltano Marylin Manson"). Al
termine del concerto è "scappato" al ristorante. Alcuni dei numerosissimi
fans accorsi lo hanno raggiunto, si sono fatti vedere, ed egli, seppur
visibilmente stanco, è uscito dal ristorante ed è stato con loro (c'ero
anch'io) a chiacchierare, a concedere foto e autografi.
Un'ultima nota: ho scoperto che lo zoccolo duro di Branduardi è arrivato a
Branduardi passando da Battiato o viceversa. Interessante, direi!
Il 7 settembre, in uno sperduto paesino delle Marche, ad un'ora di strada di
montagna da Ascoli Piceno, la bellissima Alice ha fatto uno dei suoi ahimè
rarissimi concerti (a differenza di Branduardi, ma ovviamente non credo che
sia colpa di Alice). Un'Alice non solo sempre più bella, ma anche sempre più
brava, con una voce da urlo. Purtroppo nella piazza del paese eravano
presenti ad ascoltarla nemmeno 50 persone: una miseria! Di fianco e dietro
al palco, tanta gente indifferente e numerosi bambini che vociavano. Alice
più volte si è rivolta ai suoi sparuti fans dicendo: "In queste condizioni
mi verrebbe voglia di andarmene: rimango qui solo perchè ci siete voi,
accorsi da più parti d'Italia!". Dulcis in fundo. Lo zoccolo duro, me
compreso, era sotto il palco (saremo stati una quindicina). A dieci metri
dietro di noi, mentre Alice intonava "Dammi la mano amore" è passato un
maestoso Tir di trasporto liquidi, che ha costretto Alice a interrompersi
immediatamente dicendo: "Ci mancava solo questo!".
Che pena! (si intende, l'organizzazione). E che affronto, verso una così
grande artista.
Che nel suo concerto ha eseguito soprattutto canzoni di Battiato, compresa
una Per Elisa per solo pianoforte, molto efficace.
Un'oretta di concerto e poi ci ha salutato.
Dietro al palco si è intrattenuta coi noi fans, ringraziandoli: "Meno male
che c'eravate voi...". Eravamo una ventina di persone. Mi permetto di
portarle i saluti del grande Filippo Destrieri (e lei ricambia i saluti con
un sorriso bellissimo, a testimonianza del suo affetto e della sua stima).
Poi, però, oso chiederle qualcosa di inatteso e indecoroso: una semplice
foto. "No, questo no - mi risponde - sono troppo stressata, e poi me la
chiederebbero tutti!". E no, cara Alice, questa non te la perdono. Non sei
l'unica persona ad essere stressata. Ed eravamo lì in venti persone.
Tiratela di meno, amica! Impara da Branduardi, e magari farai anche tu
qualche concerto in più, e magari più lungo. Grazie.
8 settembre, piazza del Campidoglio, Roma.
Ho letto le recensioni di questo concerto su questo ng, e le condivido.
Io ero in prima fila, dove c'erano le transenne.
Perchè non mi si dica che sono ripetitivo, non starò qui a ripetere le mie
considerazioni già espresse in precedenza circa la scaletta. Basti il
raffronto con quanto ho scritto a proposito di Branduardi.
Devo aggiungere anch'io, però, che a differenza di altre volte, il Nostro
era in grande forma, con una energia e una voce che da anni non sentivo più.
E proprio questo mi fa incazzare. Perchè un Battiato così dovrebbe osare di
più nel variare la scaletta delle canzoni, ripescando quelle dimenticate.
Perchè Branduardi è un mostro di bravura.
Ma Battiato è un genio.
Amen.
Marco Rapelli
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
L'1 settembre ho assistito ad un concerto di Angelo Branduardi in quel di
Orte (VT). Sono ormai sette anni che il bravo "menestrello" lombardo porta
in giro "L'infinitamente piccolo", o attraverso lo spettacolo della "Lauda"
(con la presenza di attori e ballerini) o semplicemente con un concerto
(come nel caso di Orte), nonostante il fatto che qualche anno fa sia uscito
un bellissimo suo nuovo disco di canzoni d'amore (Altro e altrove), seguito
da un brevissimo tour, per riprendere subito con i concerti e gli spettacoli
su san Francesco. Dunque, bisogna riconoscerlo, sono anni che Branduardi
ripete un pò sempre il medesimo concerto. Ma con questa particolarità non da
poco. Ogni volta è sempre un concerto "nuovo". Sebbene la prima parte dei
concerti sia sempre dedicata ai brani su san Francesco, la seconda parte è
sempre diversa. Ogni volta, cioè, Branduardi propone diversi brani "vecchi"
tratti dal suo sterminato repertorio, e li varia ad ogni concerto, con
arrangiamenti sempre diversi. Inutile sottolineare la straordinaria bravura
di questo musicista, che non stecca mai una nota o un attacco e che suona
magistralmente numerosi strumenti, oltre al violino. Utile è sottolineare
invece l'entusiasmo con il quale intrattiene il pubblico per più di due ore,
senza sosta, senza smettere di parlare, di cantare, di suonare, da solo o
con la band (che sia al completo o no), tenuto conto che praticamente sono
sette anni che è sempre in tour, in Italia e in Europa, senza sosta. Ad
Orte, per esempio, ad un certo punto, dopo varie dissertazioni sul perchè il
violino è passato alla storia come lo strumento del diavolo, ha detto: "Se
vi va di ascoltarmi, adesso ho voglia di suonare un pò il violino", ed ha
iniziato uno splendido assolo conclusosi con "Alla fiera dell'Est"
(divertentissimo quello che ha detto alla fine: "Oramai questa canzone è
talmente un tormentone, visto che la si impara dall'asilo, che poi non c'è
da stupirsi se i bambini, diventati grandi, ascoltano Marylin Manson"). Al
termine del concerto è "scappato" al ristorante. Alcuni dei numerosissimi
fans accorsi lo hanno raggiunto, si sono fatti vedere, ed egli, seppur
visibilmente stanco, è uscito dal ristorante ed è stato con loro (c'ero
anch'io) a chiacchierare, a concedere foto e autografi.
Un'ultima nota: ho scoperto che lo zoccolo duro di Branduardi è arrivato a
Branduardi passando da Battiato o viceversa. Interessante, direi!
Il 7 settembre, in uno sperduto paesino delle Marche, ad un'ora di strada di
montagna da Ascoli Piceno, la bellissima Alice ha fatto uno dei suoi ahimè
rarissimi concerti (a differenza di Branduardi, ma ovviamente non credo che
sia colpa di Alice). Un'Alice non solo sempre più bella, ma anche sempre più
brava, con una voce da urlo. Purtroppo nella piazza del paese eravano
presenti ad ascoltarla nemmeno 50 persone: una miseria! Di fianco e dietro
al palco, tanta gente indifferente e numerosi bambini che vociavano. Alice
più volte si è rivolta ai suoi sparuti fans dicendo: "In queste condizioni
mi verrebbe voglia di andarmene: rimango qui solo perchè ci siete voi,
accorsi da più parti d'Italia!". Dulcis in fundo. Lo zoccolo duro, me
compreso, era sotto il palco (saremo stati una quindicina). A dieci metri
dietro di noi, mentre Alice intonava "Dammi la mano amore" è passato un
maestoso Tir di trasporto liquidi, che ha costretto Alice a interrompersi
immediatamente dicendo: "Ci mancava solo questo!".
Che pena! (si intende, l'organizzazione). E che affronto, verso una così
grande artista.
Che nel suo concerto ha eseguito soprattutto canzoni di Battiato, compresa
una Per Elisa per solo pianoforte, molto efficace.
Un'oretta di concerto e poi ci ha salutato.
Dietro al palco si è intrattenuta coi noi fans, ringraziandoli: "Meno male
che c'eravate voi...". Eravamo una ventina di persone. Mi permetto di
portarle i saluti del grande Filippo Destrieri (e lei ricambia i saluti con
un sorriso bellissimo, a testimonianza del suo affetto e della sua stima).
Poi, però, oso chiederle qualcosa di inatteso e indecoroso: una semplice
foto. "No, questo no - mi risponde - sono troppo stressata, e poi me la
chiederebbero tutti!". E no, cara Alice, questa non te la perdono. Non sei
l'unica persona ad essere stressata. Ed eravamo lì in venti persone.
Tiratela di meno, amica! Impara da Branduardi, e magari farai anche tu
qualche concerto in più, e magari più lungo. Grazie.
8 settembre, piazza del Campidoglio, Roma.
Ho letto le recensioni di questo concerto su questo ng, e le condivido.
Io ero in prima fila, dove c'erano le transenne.
Perchè non mi si dica che sono ripetitivo, non starò qui a ripetere le mie
considerazioni già espresse in precedenza circa la scaletta. Basti il
raffronto con quanto ho scritto a proposito di Branduardi.
Devo aggiungere anch'io, però, che a differenza di altre volte, il Nostro
era in grande forma, con una energia e una voce che da anni non sentivo più.
E proprio questo mi fa incazzare. Perchè un Battiato così dovrebbe osare di
più nel variare la scaletta delle canzoni, ripescando quelle dimenticate.
Perchè Branduardi è un mostro di bravura.
Ma Battiato è un genio.
Amen.
Marco Rapelli
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