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SE CI SEI, BATTIATO UN COLPO
(troppo vecchio per rispondere)
ForeverRapelli
2007-02-13 00:51:30 UTC
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SE CI SEI, BATTIATO UN COLPO – “OMOSESSUALE? IO SONO AL DI LÀ DI
QUESTI SCHEMI. HO SUPERATO CERTE DEFINIZIONI - IL RAPPORTO PIÙ LUNGO
CHE HO AVUTO È STATO CON UNA DONNA SPOSATA – I PRETI DOVREBBERO
PARLARE DI SPIRITUALITÀ INVECE DI FARE POLITICA”…




Silvia Bombino per “Vanity Fair”


Ma come ha fatto a scrivere un verso tipo: «Gesuiti euclidei vestiti
come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei
Ming»?
«Se è per questo ho scritto anche: "Mi dia un pacchetto di Camel senza
filtro o una Minerva e una cronaca alla radio dice che una punta
attacca verticalizzando l'area di rigore". Sarebbe complicato da
spiegare».

La faccia seria di Franco Battiato si sbriciola improvvisamente in una
risata fragorosa. Ci siamo incontrati per parlare del suo ultimo
disco, “Il vuoto”, nei negozi dal 9 febbraio, ma cominciamo ricordando
il passato. «Credo di aver immesso nella musica leggera una dimensione
che ha allargato la possibilità delle parole», spiega, scegliendo con
cura le pause e i termini. «In “Cuccuruccuccù” c'era una specie di
collage linguistico, mi divertivo».
(Franco Battiato - Foto La Presse)

Oggi quella leggerezza sembra perduta. Le sue nuove canzoni parlano
del «vuoto» della nostra società e ha appena finito di girare un film
sul misticismo.
«Ho scritto tante canzoni, si deve pur variare. Io resto allibito di
come qualcuno riesca a scrivere canzoni d'amore tutta la vita: deve
essere una specie di dannazione dantesca».

Non crede di essersi «incupito» con il tempo?
«Lei mi sta mettendo in una zona in cui non sono. Ho avuto solo un
periodo da “fondamentalista”, diciamo, alla fine degli anni '80,
all'epoca di dischi come “Fisiognomica”. Lì avevo quell'aria plumbea,
avevo preso la spiritualità veramente sul serio: oggi sono identico
all'inizio degli anni '80, più spensierato. Certo, con l'età sono
cambiato».

Da anni scrive i suoi testi in collaborazione con il filosofo
ottantaduenne Manlio Sgalambro. È vero che vi date del lei?
«Verissimo. Ci conosciamo da 13 anni e non ci siamo mai dati del tu,
nemmeno per sbaglio: è una cosa che ci viene naturale. Lo trovo molto
bello. Una volta Eros Ramazzotti ci ha incontrati, si è avvicinato e
ci ha detto: ma voi parlate in latino? La trovo una grande battuta».

Lei abita a Milo, sulle pendici dell'Etna. Come fate per lavorare
insieme? Viene lui da lei o il contrario?
«Né l'una né l'altra. Sgalambro vive a una trentina di chilometri.
Piuttosto ci mandiamo dei fax».

Preferisce stare da solo?
«Da sempre. Mi circonda un paradiso terrestre. Prima a Catania
svernavo, perché ogni tanto un po' di "urbano" fa bene e perché a Milo
è duro l'inverno, c'è nebbia. Ora sto prendendo gusto anche a questo
genere di disagio».

Che cosa fa nella sua giornata tipo?
«La meccanica è quasi sempre la stessa. Mi sveglio alle 5.30 e mi
metto ad ascoltare musica classica. Alle sette mi alzo. E mi lavo. Poi
passo alla meditazione per mezz'ora, quarantacinque minuti. Trovo
sempre tempo per questo, ovunque mi trovi. Faccio colazione e siamo
intorno alle otto. E allora inizio a lavorare o a leggere, a seconda
dei casi».
(Una foto d'archivio di Eros Ramazzotti)

Non la guarda la Tv?
«Mai. Solo la sera: vedo il telegiornale. Poi eventualmente salto a un
film, ma soprattutto guardo sul satellite i programmi di classica, o i
concerti sinfonici. Mi diverto così. E anche con le barzellette. Sono
un grande narratore e ascoltatore di burle».

Ha dei domestici?
«Sono ben curato da tre persone. Sono fissi da 15 anni e ci siamo
affezionati. Quando vado fuori il problema è il cibo: seguo una dieta
rigorosa, sono vegetariano».

Per scelta ideologica?
«Sì, ma anche perché non sono mai riuscito a mangiare carne sin da
quando avevo tre anni. Sono nato con questo chip incorporato».

Ha degli animali?
«Un gatto, Clemente».

Non si sente solo?
«No, per niente. Sto benissimo».

Lei una volta ha detto che, dopo una certa età, è impossibile
convivere con qualcuno. Perché?
«Perché dopo tanti anni che uno è abituato a svegliarsi da solo...».

Quanti anni sono?
«Mi faccia fare un calcolo: venticinque, almeno. Prima avevo avuto
poche storie e brevi convivenze, ma sentivo che non faceva per me».

Che rapporto ha con il sesso?
«Sinceramente se ho delle pulsioni le seguo, non mi censuro».

Della sua vita privata si sa poco.
«Io credo che per un artista il privato debba essere sacro, e che si
debba fare di tutto per proteggerlo. Trovo serio non parlarne. Se
avessi una moglie, però, lo direi. Anni fa finii su tutti i giornali
scandalistici con la notizia che mi ero sposato con la mia cara amica
Alice, e c'erano fantomatiche foto di un matrimonio in Tunisia... Sono
cose brutte, proprio».

Si sarà fatto una risata.
«Certo, mica mi taglio le vene. Però è sgradevole».

Ma proprio perché è così schivo, su di lei è più facile che si
scatenino i pettegolezzi. Si dice anche che sia omosessuale.
«Ne dicono di tutti i colori, possono dire quello che vogliono. Il
rapporto più lungo che ho avuto è stato con una donna sposata, quindi
era molto comodo per me mantenerne la segretezza. Omosessuale? Io sono
al di là di questi schemi, di queste categorie. Ho superato certe
definizioni».

Non ha mai pensato di fare un figlio?
«Se doveva succedere, succedeva. Ma ho sempre preso le mie
precauzioni: una filiazione reale non mi interessa. E poi ormai credo
di avere poche speranze».
(Umberto Scapagnini - Foto U.Pizzi)

Per l'età?
«Perché sta scadendo la profezia. Una volta ero a Katmandu con Syusy
Blady e Patrizio Roversi e siamo andati, così, per divertirci, da un
astrologo nepalese. Un uomo formidabile che non mi conosceva neanche,
ma solo attraverso la mia data di nascita, consultando un libro, mi ha
detto quando era morto mio padre e quando era morta mia madre. Poi mi
ha chiesto: lei è un attore? Siccome sono un artista e quindi è un po'
la stessa cosa, ho detto di sì. Comunque: mi ha predetto che avrei
cambiato mestiere, e infatti ho sperimentato con il cinema. Poi mi ha
detto: lei ogni tanto pensa a fare dei figli, ma ha solo cinque, sei
anni di tempo. La scadenza è imminente, mi resta solo quest'anno».

Non ha paura dello scorrere del tempo?
«Per niente. Tutto passa. E tutto ritorna».

Lei crede nella reincarnazione. Ha mai indagato sulle sue vite
precedenti?
«Certo che no, questo mi interessa poco. Sapere che sono stato un
assassino o qualcos'altro non mi serve a niente, perché tutto quello
che sono stato mi ha portato dove sono oggi. È una questione di
accumulazione di meriti».

Si definirebbe buddista?
«Perché no? Il buddismo tibetano è qualcosa che mi affascina, e, che
seguo da tempo».

Crescendo ha ricevuto un'educazione cattolica?
«Regolare, con tutti i sacramenti. Ne sono anche contento, e lo sono
di più per quello che ho incontrato dopo. Posso dire che la Chiesa sta
sbagliando completamente, ma questo è un altro discorso, politico».

Si riferisce ai Pacs?
«Anche. I preti dovrebbero parlare di spiritualità invece di fare
politica».

Lei si è occupato spesso di politica. Oggi ha ancora l'indignazione
dei tempi di “Povera patria”?
«La mia è più un'incazzatura politica. Devo essere onesto: io sto
bene, potrei fare a meno di tutto, spengo la televisione e vivo nel
mio eremo. Mi dispiace, però, che la gente sia ancora presa in giro
dai politici».

Lei in che politici crede? Quando ha cantato alla festa Tricolore,
l'hanno messa in quota ad Alleanza Nazionale.
«Una sola volta è successo. Per anni mi ero rifiutato di andare, ma a
un certo punto ho accettato: mi sono detto che il mio era un
pregiudizio, perché in fondo quando sono sul palco canto per chiunque
e non so per chi vota chi ho davanti, non so se ha la fedina penale
pulita. Però, avevo chiesto di non avere bandiere sul palco e, per
contratto, l'avevo ottenuto. A un certo punto vedo che stanno
arrivando con le bandiere del partito. Io, per fortuna, avevo finito
la mia performance. Non ho fatto né bis né niente, ho salutato e me ne
sono andato. E questo li ha fatti arrabbiare».

Volevano che lei fosse un simbolo.
«Un artista canta per chiunque, ma io, da cittadino, ho le mie idee
politiche. Quelli che mi hanno collocato a destra non hanno mai
ascoltato le mie canzoni».

Poi l'hanno collocata a sinistra, quando lei disse che avrebbe
lasciato Catania se Umberto Scapagnini di Forza Italia ne fosse
diventato sindaco. Come poi è successo.
«Io, se devo scegliere tra le due posizioni, pendo a sinistra, non ci
sono dubbi».

(Ignazio La Russa - Foto U.Pizzi)
Ora in che rapporti è con An?
«Avevo sempre detto a La Russa che non facevo concerti politici. Poi,
però, li ho fatti per la candidatura di Bianco, del centrosinistra,
che aveva agito molto bene come sindaco di Catania. E un giorno ho
ricevuto una lettera. Quando ho visto che arrivava dal Parlamento mi
sono detto: che cos'è 'sta roba? Me la mandava La Russa, che diceva,
molto ironico: (si sporge in avanti e imita alla perfezione la voce
del deputato) "Mi compiaccio che abbia cambiato idea"».


Dagospia 12 Febbraio 2007


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_foetus_
2007-02-13 11:09:30 UTC
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Post by ForeverRapelli
Preferisce stare da solo?
«Da sempre. Mi circonda un paradiso terrestre. Prima a Catania
svernavo, perché ogni tanto un po' di "urbano" fa bene e perché a Milo
è duro l'inverno, c'è nebbia. Ora sto prendendo gusto anche a questo
genere di disagio».
E fin qui ci siamo.
Post by ForeverRapelli
Ha dei domestici?
«Sono ben curato da tre persone. Sono fissi da 15 anni e ci siamo
affezionati.
Qui direi che si contraddice. Dice di amare la solitudine poi addirittura è
curato da TRE PERSONE.


Foetus


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